Le Decisiones Novae e le Antiquae sono disposte sotto le rubriche delle Decretali nell'ordine di queste, le Novae sono 495, anteriori al 1381 e sono opera di G. Horborch, le Antiquae, 887 coprono gli anni 1372-81. Seguono le Antiquiores, e cioè la raccolta di Bernardo da Bisigneto (46 dec. anteriori al 1371) e quella di Tommaso Fastoli che è la più antica (65 dubbi in 36 cause della prima metà del sec. XIV).
Nel grande fiorire di generi che dal XVI° al XVIII° secolo si affianca ai consolidati, Glossa, Commento, Trattato, una considerazione particolare merita il genere delle Decisiones. Infatti, diversamente dai Consilia (pareri di giuristi privati che potevano essere richiesti dal giudice o dalla parte ma che non riportavano l'esito della causa e che, inevitabilmente, risentivano dell'autorità dottrinale del loro autore) e dalle Allegationes (vasto genere nel quale rientrano le Consultationes, le Controversiae Forenses, le Iuris Resoultiones e le Observationes in cui, oltre al consiglio è anche brevemente data la notizia delle vicende della causa per cui il parere fu dato), le Decisiones sono vere e proprie sentenze.
Al di là dei singoli tribunali (Napoli, Genova, Bologna, Firenze...) capaci di soddisfare maggiormente quelle che erano le necessità particolari collegate ad una diversa storia e cultura, spicca, per autorità ed importanza la Sacra Rota Romana. Questa infanti, oltre ad essere il Tribunale Supremo dello Stato Pontificio, era anche, e soprattutto, Tribunale Supremo e di ultima istanza per quella parte del Diritto Comune che trovava nella Legislazione Caononica la sua Fonte e, nei Tribunali Ecclesiastici i suoi Giudici e, come tale, assumeva la qualità di Tribunale Comune per tutti i paesi cattolici. Questo motivo (l'essere svincolata da qualsiasi potere supremo al quale dover rendere conto) consentiva alla Rota Romana di evolversi ed aggiornarsi anche in antitesi al principio della Auctoritas della dottrina tramandata dai secoli XIII° e XIV°.
Infine, dobbiamo ricordare anche un'altra caratteristica peculiare della Rota Romana, e cioè la facoltà di servirsi dell'Equitas Canonica, ovvero di un largo potere discrezionale che rendeva meno rigorosa e ristretta l'interpretazione del vecchio diritto e più facile l'introduzione delle innovazioni richieste dai tempi.
Note sull'opera
tarletti per lo più puntinali al margine inf. bianco di alcune carte e sup. interno bianco delle ultime 4 carte, qualche carta brunita, qualche macchietta