Per disposizione statutaria del 5 giugno 1805, dieci giorni dopo l'incoronazione dell'imperatore in re d'italia, questo codice venne tradotto in italiano e in latino da apposita commissione, ed approvato con decreto imperiale del 6 gennaio 1806, nel quale si prescrive che il codice andrà in vigore in tutto il regno dal giorno I° aprile dello stesso anno, che la sola traduzione italiana avrà forza di legge nei tribunali, e che dal giorno medesimo il diritto comune, le ordinanze, le consuetudini, gli statuti generali e locali dovevano cessar d'esistere nelle materie che erano oggetto di esso codice. Esemplari autentici del codice furono trasmessi ai singoli tribunali, i quali solennemente li ricevettero e custodirono nei loro archivi quasi come il volume sacro delle leggi.
"Nel suo complesso il codice francese e fra tutti i codici conteporanei la più alta espressione legislativa della uguaglianza e della libertà civile, la vera conquista non peritura della grande rivoluzione. Per le sue qualità intrinseche esso poteva meglio di qualunque altro accomodarsi alle condizioni di quei popoli della penisola che da un pezzo erano stati attratti nell'orbita del movimento francese" (Del Giudice).
Note sull'opera
buona copia di questa celebre edizione tascabile del Codice di Napoleone con il confronto delle Leggi Romane, in fine due utili indici, uno alfabetico del codice civile e uno alfabetico del diritto romano, macchietta al margine inferiore esterno di pp. 1729/30.