Non comune prima traduzione italiana del capolavoro di Domat : " Venne ultimamente a nostra notizia che da uno onorata compagnia di editori anonimi si meditasse la stessa nostra intrapresa... ma avendo posteriormente saputo che quest'opera volea ridursi in sei volumetti in ottavo... e che costoro non avessero in animo di dare alle stampe la traduzione, ma un ristretto del Signor Domat... onde noi ripogliammo il lavoro, senza risparmiare neè spesa ne' diligenza, perchè l'edizione riuscir dovesse elegante, corretta, e degna del merito dell'opera che contiene".
Segnaliamo il Libro III, titolo VII: Degli Avvocati (Procuratori e Notai). Funzioni e doveri.
Il tomo VI° è in latino e contiene il Legum Delectus ovvero una scelta di leggi dal Digesto e dal Codice che sarà tradotto a Venezia solo nel 1834.
Note sull'opera
bella allegoria della giustizia ripetuta al frontespizio dei primi 5 volumi e bell'Arbor a tutta pagina fuori testo al tomo IV° incisi in rame, sparse bruniture, fioriture e leggeri aloni.
Note sull'autore
Domat GiovanniGiureconsulto e filosofo, nato a Clermont-Ferrand il 30-XI-1625 e morto a Parigi il 14-III-1696. Nella sua opera più famosa, Les lois civiles dans leur ordre naturel, pubblicata anonima (Parigi 1689-94), cui seguì Le droit public (Parigi 1697), pone il fondamento della scienza giuridica nel diritto divino e nell'equità naturale e fornisce una sistemazione chiara ed organica, una ricostruzione viva e vitale degli istituti di diritto romano, sì che a buon diritto il Portalis la potè considerare come la miglior prefazione del codice civile. Si può ritenere pertanto il Domat essere stato il più grande giurista francese del secolo XVII e il precursore dei grandi pandettisti dell'800.