Edizione non comune della celeberrima opera di J. Domat con cui diede una sistemazione chiara e organica del diritto nazionale sulla base del diritto romano.
Le Loix Civiles si aprono con la notissima Épître au Roi: ove l’autore, offrendo uno sguardo panoramico sul momento e sugli eventi storici, mostra come al Sovrano, cioè al “massimo organo di diritto pubblico”, spetti di provvedere alla pace del regno e dei sudditi, mentre alla Giurisprudenza e alla Dottrina compete di edificare l’ordine e la giustizia dei rapporti tra privati, cui il Re non può dedicarsi. Segue l’Épître un Préface sur le dessein de ce livre, in cui Domat si sofferma sui rapporti fra la propria opera, il diritto romano e il diritto (scritto od orale) osservato in Francia fino al XVII secolo. Segue ancora un breve Traité des Loix, una teorizzazione, fra le più avanzate all’epoca, sulle fonti del diritto, sui premiers principes e sull’ordre naturel da cui ogni forma di convivenza sociale prende vita. Infine Le loix civiles vere e proprie aperte da un Livre preliminaire sulle regole generali del diritto, sulle persone e sulle cose; seguito da una Première partie dedicata alle obbligazioni e da una Seconde partie dedicata alle successioni.
Les loix civiles troveranno un nuovo successo editoriale all’inizio dell’Ottocento: e non casualmente. Il Code Napoleon ha la sua indiscussa ipotesi di lavoro nell’opera domatiana e nei Traités del suo erede Robert Joseph Pothier, a quel tempo ancora fondamentali per ogni cultura giuridica francese.
Note sull'opera
bell'Arbor inciso in rame alla pp. 365, belle testatine incise, uniforme leggera brunitura.
Note sull'autore
Domat JeanGiureconsulto e filosofo, nato a Clermont-Ferrand il 30-XI-1625 e morto a Parigi il 14-III-1696. Nella sua opera più famosa, Les lois civiles dans leur ordre naturel, pubblicata anonima (Parigi 1689-94), cui seguì Le droit public (Parigi 1697), pone il fondamento della scienza giuridica nel diritto divino e nell'equità naturale e fornisce una sistemazione chiara ed organica, una ricostruzione viva e vitale degli istituti di diritto romano, sì che a buon diritto il Portalis la potè considerare come la miglior prefazione del codice civile. Si può ritenere pertanto il Domat essere stato il più grande giurista francese del secolo XVII e il precursore dei grandi pandettisti dell'800.