Sempre ricercato questo iteressante trattato che nella nostra edizione "definitiva" è completo di tutte le sue parti, oltre le norme principali di contabilità mercantile che avevano avuto fin dal secolo XV° trattazioni notevolissime, è un lavoro di importante tecnica mercantile, soprattutto perchè scritto da un uomo d'affari, assai colto e molto esperto. Vi si trovano le notizie più varie, dalle formule della corrispondenza, agli esempi delle registrazioni a partita doppia, diffondendosi il Peri, anche in particolari che sono tipici di chi, commerciando, intende dar conto preciso di ogni azione e insegnare il modo più logico e razionale di attuarle, con riguardo anche alle molte questioni che purtroppo si dibattevano allora nel campo giuridico, celebre la polemica con Merenda circa la liceità del commercio del denaro riportata nel volume I Frutti dal'Albaro.
Nel 17° sec. il genovese Gian Domenico Peri, nel suo manuale Il negoziante (1638), esprime il concetto di capitale, forse per la prima volta in modo definitivamente chiaro. Molto probabilmente Peri non conosceva l’inglese Thomas Culpeper (il Vecchio) che nel 1621, in A tract against usurie, aveva distinto tra interesse di livello normale, che è necessario per il commercio, e usura, cioè un saggio d’interesse eccessivo. Forse per la prima volta in Italia, Peri propone questa distinzione fondamentale, che fa giustizia delle condanne generiche fatte per duemila anni contro l’‘usura’. Come già aveva fatto Charles Dumoulin nel 1546 (Tractatus contractuum et usurarum), Peri contesta direttamente la millenaria teoria aristotelica sulla sterilità del denaro. Egli scrive che il denaro è sterile «da solo». Ma è fecondo se viene usato nel lavoro della produzione o del commercio; esattamente come la terra viene fecondata dal lavoro del contadino. Peri ripete anche la metafora di Pietro di Giovanni Olivi, tramandata in Italia da san Bernardino, del capitale monetario che agisce come le sementi. Cfr. Treccani
Note sull'opera
Abile restauro al margine inferiore bianco delle prime carte, leggero alone al margine superiore interno di alcune carte, alone al margine inferiore esterno della quarta parte, insignificanti sparsi forellini di tarlo a poche carte.
Note sull'autore
Peri Giovanni DomenicoEconomista genovese del secolo XVII°, pare che in gioventù si sia dedicato con notevole successo alla pittura, per poi passare definitivamente al commercio. Scrisse Il Negoziante che come egli stesso dice nel Proemio all'opera, si propone come scopo la Virtù del saper negotiare per cui non sarebbe stata suffciente la sola conoscenza della contabilità ma una speculativa cognitione del Negozio. La sua opera divisa in tre parti venne pubblicata a Genova tra il 1638 e il 1651, successivamente ne furono fatte edizioni che raccoglievano in un unico volume tutte le parti. Il Peri fu interprete del grande impulso commerciale che visse Genova nel 600 per la creazione del Porto Franco e con il Negoziante diede, per la prima volta, uno strumento utile per la gestione delle aziende mercantili