Nel De Dominio Serenissimae Genuensis Reipublicae in Mari Ligustico, stampato nel 1641, aggiunge dettagli politici e legali alle descrizioni degli avvenimenti, cercando di dare un fondamento storico-giuridico alle pretese genovesi di dominio esclusivo sul mar ligure e perciò il diritto di regolarne i commerci e in particolare il possesso dello ius regale sul lucroso monopolio della vendita del sale. L'obiettivo, quindi, aveva importanti risvolti commerciali (la Spagna minacciava di costruire un porto a Finale Ligure) e politici (Genova cercava di mantenere una qualche neutralità che le evitasse di essere coinvolta nella guerra franco-spagnola). La narrazione storica non poteva, però supplire alla debolezza militare e al declino economico della Repubblica di Genova. L'opera era dedicata al doge e ai procuratori della Repubblica (che ne avevano pagato il costo di stampa) e applicava tempestivamente al mar ligure le teorie protezioniste pubblicate sei anni prima dal giurista inglese John Selden nel Mare Clausum seu De Dominio Mari Libri Duo. La Repubblica lo compensò ammettendolo gratuitamente al "Collegio dei Dottori" di Genova, un fatto eccezionale. Nel 1652 l'opera del Borgo venne confutata da Graswinckel che pubblicò all'Aia il Maris liberi vindiciae adversus Petrum Baptistam Burgum Ligustici maris assertiones.
Note sull'opera
assai bella antiporta allegorica incisa in rame da Bloemaert con sullo sfondo il porto di Genova con la Lanterna, antico alone alla parte superiore del volume (più o meno intenso).
Note sull'autore
Borgo Pietro BattistaPietro Battista Borgo fu un giureconsulto, storico e pubblicista genovese, schierato su posizioni anti-asburgiche. Le notizie sulla sua vita sono minime. Partecipò in prima persona alla Guerra dei trent'anni, come mercenario al soldo dell'esercito svedese. Assistette, in particolare, al momento della morte di re Gustavo II Adolfo, che dall'Impero svedese aveva invaso la Germania per dominare il mar Baltico. La sua opera principale, De bello svecico commentarii, descrive le vittorie del sovrano e le sue innovazioni belliche. L'opera è dedicata al cardinale Francesco Barberini ed ebbe un notevole successo editoriale (almeno tre ristampe) perché disseminava notizie fresche sulla guerra dei trent'anni ancora in corso.