meno diffusa del Programma di Diritto Criminale ma assai ricercata quest'opera difficile da trovare completa di tutti e 7 i volumi, che dal tomo 4 hanno un doppio frontespizio (tomo IV°-VII° Opuscoli e tomo I°-IV° Progresso e Regresso...) e come sottotitolo, progresso e regresso del giure penale nel Nuovo Regno d'Italia.
Francesco Carrara è considerato il più illustre rappresentante della cosiddetta scuola classica di diritto penale, per il suo fondamentale contributo all’elaborazione di ‘principi razionali’ destinati a porsi quali riferimenti sul piano deontologico rispetto all’intero sistema delle discipline criminali.
Note sull'opera
ottima copia, i tomi VI° e VII° stampati a Lucca ma da Canovetti.
Note sull'autore
Carrara FrancescoCriminalista (Lucca 1805-1888). Discepolo di Carmignani, attese alla professione forense e nel 1859 fu chiamato alla cattedra di diritto criminale di Pisa. A lui, che può essere considerato come il capo della scuola classica del diritto penale, si deve la completa sistemazione scientifica di questo, espressa nel suo capolavoro Programma del Corso di Diritto Criminale. Il fondamento giusnaturalistico della sua dottrina è il postulato della esistenza di una legge eterna e immutabile, prestabilita da Dio, che accorda all'uomo dei diritti necessari per raggiungere la sua destinazione terrena e adempiere i doveri stessi imposti dalla legge morale. Dall'esercizio di questi diritti e doveri nasce l'ordine morale esterno, il quale però non è soddisfatto nella società naturale. Sorge e s'impone, pertanto, la necessità della società civile per la protezione dell'ordine esterno, nel cui sistema il diritto penale costituisce appunto la sanzione della norma eterna: sanzione che mira alla tutela del diritto solo in quanto la sua violazione rappresenti un disturbo sociale. Di qui la costruzione formalistica e soggettiva del reato e della pena, contro cui si accese la reazione della scuola positiva.