Prima rara edizione. Al figlio Nicolò va il merito d'aver messo a stampa l'opera maggiore del padre, quel Tractatus criminalis ... utramque continens censuram, che, pur non compiuto, è considerato tra le maggiori espressioni della scienza dei diritto penale nel '500. L'opera consta di nove libri, divisi in titoli, capitoli e paragrafi. In essa, pur senza esplicite indicazioni testuali, sono riconoscibili una parte generale e una speciale. La prima (fino al libro V, 6) è dedicata alla terminologia, al concetto di delitto, agli elementi e circostanze di esso, alle cause che escludono o modificano l'applicazione della pena, alle fonti del diritto penale. Alcuni caratteri di spicco: l'insistenza sul rigore della terminologia, che dev'esser propria della materia; la richiesta di proporzione tra delitto e pena, e del favor rei; in tema di culpa, il rifiuto delle teorie di Bartolo e altri sui sei (o più) gradi di colpevolezza, per guardare invece all'individuazione dell'elemento intenzionale, l'animus delinquendi. La parte speciale espone, in ordine sistematico, a seconda della natura degli interessi protetti, le singole figure di delitto. Qui la cosa più notevole appare proprio la scelta di quest'ordinamento, assolutamente originale se comparato cori quello adottato da altri autori, talvolta puramente alfabetico. A questi motivi d'interesse sono da aggiungere quelli dovuti allo stile proprio dell'autore, che dimostra d'aver vasta e diretta conoscenza di fonti letterarie d'ogni tipo, conduce spesso analisi storiche con aggiornata competenza, e difficilmente si contenta del puro principio d'autorità; e che, soprattutto, ha ben presente la giurisprudenza pratica e i problemi del suo raccordo con le tendenze della teoria.
Note sull'opera
qualche errore di numerazione, leggeri aloni marginali sparsi, qualche carta brunita, qualche macchietta, note marginali a penna di antica mano, antica possessione privata manoscritta ai frontespizi, forellini alle prime due carte e alla ultima bianca del tomo II°.
Note sull'autore
Deciani TiberioInsigna giurista nato a Udine nel 1509 e morto a Padova nel 1585. Dopo avere studiato a Padova tornò a Udine dove iniziò la carriera forense acquistando grande fama. I suoi concittadini lo chiamarono a ricoprire alte cariche e ad assolvere delicati e importanti incarichi ed ambascerie, soprattutto con la Repubblica di Venezia. Inviatato a Venezia, fu nominato Vicario ed Assessore. Chiamato all'Università di Padova, occupò la prima cattedra "delli Criminali", poi quella di diritto civile che tenne fino alla morte. Deciano possedette una notevole indipendenza di giudizio che dimostrò non solo nella confutazione delle teorie dell'Alciati circa l'inutilità della giurisprudenza consultiva per il progresso della scienza giuridica, ma anche, e soprattutto, nei volumi di Responsa. Deciani fu Giudice integerrimo e un grande Avvocato, si dimostrò anche ottimo insegnante. Egli seppe non solo assumere una posizione intermedia tra le due correnti (il Mos Gallicus e il Mos Italicus) ma anche conciliarle e congiungerle, preoccupandosi di ricostruire e, se del caso seguire, il pensiero dei Glossatori e dei Commentatori, ma sottoponendolo al tempo stesso ad attento e critico esame. Il maggior vanto di Deciani è la fondamentale opera di diritto criminale intitolata: Tractatus Criminalis.