Assai raro questo trattato di Carmignani scritto nel periodo fiorentino nel quale esercitò la professione forense prima nello studio Landi e poi nello studio Vivoli.
" Il Saggio di giurisprudenza criminale, pubblicato a Firenze nel 1795 sulla scia delle discussioni suscitate dall'opera del Romagnosi - e più tardi ripudiato per la presenza di un capitolo favorevole alla pena di morte, che aveva scritto su consiglio di L. Pignotti per compiacere al governo toscano -, respingeva il tentativo del Beccaria di ricercare il fondamento del diritto di punire "nelle ombre chimeriche di un preteso patto sociale" e osservava che nella scienza criminologica, si era diffuso "uno spirito forse troppo esaltato di umanità e di compassione", dannoso per la protezione dell'ordine e della sicurezza sociale ". C.f.r. Treccani. Dizionario biografico degli italiani.
Note sull'opera
esemplare in barbe, aloni sparsi.
Note sull'autore
Carmignani GiovanniGiurista (San Benedetto a Settimo, Pisa, 1768 - Pisa 1847). Insegnò diritto criminale e filosofia del diritto all'univ. di Pisa. Criminalista insigne, fu richiesto di pareri per la riforma dei codici penali dal Portogallo, dallo Stato pontificio e dalla Toscana. Di particolare importanza la classificazione dei delitti da lui proposta. Tra le opere: Iuris criminalis elementa; Teoria delle leggi della sicurezza sociale; Storia delle origini e de' progressi della filosofia del diritto. C.f.r. Treccani. Enciclopedia online.