volume che raccoglie nel tomo I° i Libri III° e IV° delle Receptarum Sententiarum di Giulio Claro sui Testamenti e sulle Donazioni, l'Enfiteusi e i Feudi, nel tomo II°: il Libro V° delle Receptarum Sententiarum di Giulio Claro che riguarda i singoli delitti e la Practica Criminalis più i due Consila di H. Giacharii il primo de Syndacatu, e il secondo de Moneta Marchisana, nel tomo III° le Note e Addizioni alla Practicam Criminalem di Claro del giurista emiliano Giambattista Baiardi che formano a loro volta una Pratica Criminale e che sono le più stimate.
" Le Sententiae trattano, nei primi quatto libri, di diritto civile e feudale, senza pretesa di completezza; nel quinto, ch'è lungo quasi il doppio degli altri quattro messi insieme, di diritto penale. Questo libro è articolato in 21 paragrafi, i primi 20 dei quali s'intitolano ai singoli reati e l'ultimo, di gran lunga più esteso, che non ha titolo e che si cita semplicemente come paragrphus finalis, è dedicato, per tutt'e cento le questioni in cui si divide, alla procedura.
Il Claro, non fu professore, nè disperse la sua dottina in monografie: gli onori di cui godette in vita furon dovuti all'energia e all'intelligenza con cui seppe adempiere alti incarichi, e la sua figura presso i posteri fu tutta affidata alle Sententiae, e in particolare a quel libro V° a cui dovettero portar rispetto anche i più aspri denigratori della vecchia scuola criminalistica che pure aveva avuto nel Claro il suo maggiore rappresentante ". C.f.r. Fiorelli. La tortura giudiziaria nel diritto comune.
Note sull'opera
leggeri aloni marginali sparsi e leggera uniforme brunitura (qualche carta brunita più intensamente), qualche macchietta, tarletti puntinali al margine inf. bianco di pp. 185-200 del tomo II°.
Note sull'autore
Claro GiulioInsigne criminalista nato ad Alessandria nel 1525 e morto nel 1575. Studiò giurisprudenza a Pavia sotto la guida di Alciati che gli diede esempio di accortezza critica nell’utilizzare le fonti e d’indipendenza rispetto agli interpreti anche più famosi. Laureatosi nel 1550 tornò ad Alessandria ove, per sei anni, si dedicò con successo all’attività di consulente. Nel 1556, Filippo II° di Spagna lo nominò Senatore del Ducato di Milano e Presidente del Magistrato Straordinario delle Acque. Dal 1559 al 1561 fu chiamato come Podestà a Cremona, ove acquistò tanta stima che al termine della carica ebbe la cittadinanza onoraria. In seguito i cremonesi gli eressero anche una statua. Chiamato a Madrid, venne fatto Consigliere e poi, nel 1565, Reggente del Supremo Consiglio d’Italia. Giulio Claro non fu professore, né disperse la sua dottrina in monografie, gli onori di cui godette in vita furono dovuti alla energia e alla intelligenza con cui seppe adempiere alti incarichi, e la sua fama presso i posteri fu tutta affidata alle *sententiae* ed in particolare a quel Libro Quinto a cui dovettero portar rispetto anche i più aspri denigratori della vecchia scuola criminalistica, che pure nel Claro aveva avuto il suo maggiore rappresentante.
Baiardi GiambattistaGiurista nato a Parma nel 1538 e morto nel 1608. Fresco di laurea nel 1560 si mise al servizio di Pio IV° ottenendo importanti incarichi quali Governatore di Forlì, Imola, Rimini, Terni, Narni, Ascoli e Orvieto. Baiardi rimase al servizio della Sede Apostolica anche sotto Sisto V° il quale ebbe a dire che se non avesse avuto moglie lo avrebbe avanzato a maggior gradi. Ci ha lasciato un volume di note e aggiunte alla Pratica Criminale di Giulio Claro. Negli ultimi anni della sua vita fu accusato di complicità in una rivolta contro Gabriele Cesarino, Governatore di Parma. Il Duca Ranuccio lo chiamò a Piacenza e lo fece imprigionare, il rammarico e il dispiacere furoni tali che in breve tempo il Baiardi ne morì.