Non comune pratica civile e criminale che si ispira alle principali opere cinque/seicentesche sull'argomento.
Schivo e modesto di carattere, pare che rifiutasse un vescovato offertogli da Innocenzo XI. Accettò invece un canonicato di collazione regia nella basilica di S. Nicola a Bari. Una scelta, questa, del tutto coerente all'indirizzo regalistico della sua riflessione giuridica, per la quale una sua Praxis civilis et criminalis, pubblicata forse a Napoli nel 1685, fu messa all'Indiceil 2 luglio 1686 con decreto dell'omonima congregazione romana. Sotto questo profilo può ben dirsi che lo status ecclesiastico non condizionò la sostanziale làicità del suo orientamento giurisdizionalistico. Lo dimostra il De apostolico regiove assensu, etiam generali(ibid. 1698), dove affermava la necessità dell'assenso sugli atti promananti dall'autorità ecclesiastica. C.f.r. Dizionario Biografico degli Italiani. Treccani.
Note sull'opera
leggere bruniture e fioriture, bella marca tipografica al frontespizio raffigurante il porto di Napoli ripetuta a piena pagina in fine, leggeri aloni marginali.
Note sull'autore
De Luca Carolo AntonioGiureconsulto e sarcerdote pugliese originario di Molfetta in provincia di Bari. Nato nel 1630 circa e morto molto vecchio. Fu grande conoscitore del diritto romano e di quello municipale e merita un posto tra gli scrittori giuridici del suo tempo. Fu scrittore assai fertile e, le sue opere, non facevano in tempo ad essere pubblicate che già andavano a ruba. Commentò anche molte opere di altri autori come il De Franchis, il Capycelatro ed altri.