opera non comune del giurista francese Salmasio in 30 capitoli affronta argomenti diversi inerenti al dirtto greco e romano come il cap. XIII sulle suppellettili di argento fuse, o il cap. XXV che si occupa dei casi in cui si può riavere quanto dato alle meretrici, o il cap. XXX sui falsi testimoni.
Note sull'opera
qualche macchietta altrimenti ottima copia, il testo del volume dopo la prefazione inizia da pagina 3 con segnatura A2 facendo pensare che manchi qualcosa anche se il rimando dalla pagina precedente è corretto. Ho verificato le copie digitalizzate possedute dalle biblioteche Vittorio Emanuele II di Napoli, Nazionale Centrale di Roma e G. Del Vecchio del Dip. di Scienze Giur. della Univ. di Roma la Sapienza e tutte presentano la stessa anomalia. Questo mi ha fatto pensare ad un difetto editoriale piuttosto che ad una mancanza, perciò, ho deciso di ritenere la copia completa.
Note sull'autore
Salmasio ClaudioErudito (Semur-en-Auxois 1588 - Spa 1653). Studiò a Parigi con I. Casaubon e a Heidelberg (dove passò al calvinismo) con D. I. Godefroy. Successe nel 1632 a Giuseppe Scaligero nell'insegnamento a Leida. Nel 1650-51 fu alla corte di Cristina di Svezia. Si deve a lui la scoperta (1607) nella Biblioteca Palatina di Heidelberg dell'unico manoscritto contenente l'Antologia greca detta perciò Palatina. Pubblicò gli Scriptores historiae augustae (1620) con note di Casaubon e sue, ma le sue opere più importanti furono: Plinianae exercitationes in Solini Polyhistoria (2 voll., 1629) e De re militari Romanorum (post., 1657); trattò anche di teologia e di dottrine politiche: nota è la sua Defensio regia pro Carolo I (1649) per cui, sostenendo il fondamento divino della monarchia, polemizzò con J. Milton. Si occupò anche di problemi economici; la sua ripetuta difesa dell'interesse (De usuris, 1630; De modo usurarum, 1639; Dissertatio de foenore trapezitico, 1640; Diatriba de mutuo, 1640; Disquisitio de mutuo, 1645) è fondata su solidi ragionamenti economici. c.f.r. Treccani enciclopedia online