non comune opera del religioso giansenista milanese Gaetano Giudici.
"condannò l'istituzione del divorzio, "un abuso che altera lo stato naturale del matrimonio" (Memoria sul divorziodel cittadino Gaetano Giudici, ibid. anno VI repubblicano [1797]), opponendo alla teoria contrattualistica del matrimonio l'altra che ne faceva un fattore di bene pubblico e di crescita ordinata della popolazione, una "convenzione dettata dalla natura, e liberamente formata da due persone" (tesi che gli procurò una critica da parte di M. Gioia nella Teoria civile e penale del divorzio), ma non lanciò anatemi né considerò gli aspetti dottrinali della questione, fermandosi a quelli pratici e di costume forse perché rappresentavano il terreno più adatto per misurarsi con un mondo ormai avviato alla secolarizzazione; con un atto di coraggio terminò dicendo che toccava ai cattolici fare dell'indissolubilità una scelta da veri credenti e non un'imposizione dall'alto". c.f.r. Treccani. Dizionario Biografico degli Italiani.
Note sull'opera
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