Il commento di Concioli agli Statuti di Gubbio promulgati nel 1624 dal Duca di Urbino Federico Maria II° della Rovere ebbe la fortuna di varie edizioni, la prima a Macerata 1678, la seconda a Gerundae (Gubbio) nel 1685, la terza a Venezia nel 1749. L'antico statuto della città è quello del 1338 che nel 1354 fu rivisto dal Card. Albornoz. Seguirono la compilazione del 1567 e quella del 1624 che fu la definitiva. Gli statuti sono così suddivisi: Liber Primus, circa le elezioni e le deliberazioni del Magistrato, Gonfaloniere, Offciali..., le fiere, le distanze dei castelli e ville dipendenti da Gubbio; Liber Secundus, delle cause civili, Liber Tertius, delle Appellazioni; Liber Quartus, delle cause criminali; Liber Quintus, delle arti (lana, speziali, merciai, calcinari, sarti, fabbri ferrai...), i pesi, le misure, la viabilità, l'igene pubblica, i ponti, l'edizlizia, le meretrici, le sepoluture, il pedaggio; Liber Sextus, De damno dato.
E' questo il tomo III° delle Opere di Concioli ma, essendo un trattato completo, può stare a sè stante in questa edizione con le Addizioni del giurista eugubino Francesco Romaguerra.
Note sull'opera
sparse fioriture e qualche carta brunita.
Note sull'autore
Concioli AntonioGiurista nato a Cantiano di Pesaro, nella seconda metà del sec. XVII. Fu protonotario apostolico e stimato giureconsulto, egli seppe dare costruzione sistematica alla pratica e alle consuetudini locali. Scrisse varie opere di diritto civile e criminale e commentò gli Statuti di Gubbio.