Giustiniani nelle sue Memorie Istoriche degli Scrittori Legali del Rengno di Napoli (1787) parla di un'opera che aveva occupato 23 anni della vita dell'Autore e che doveva essere in 3 tomi in 4° e chiamarsi Juris Romani Definitiones che avrebbe raccolto le regole, le massime gli assiomi e casi più notabili... il tutto disposto alfabeticamente. Evidentemente l'autore nel tempo cambiò idea e lo pubblicò come Codex Juris Universi fermandosi però al solo tomo I° (A-C). Il risultato è un copioso repertorio che va da Abacti Magistratus a Cymiliarches. L'anno di edizione si deduce dal permesso di stampa dal quale apprendiamo anche che l'opera, in realtà, era stata terminata ed approvata già due anni prima ma che per motivi ignoti venne stampta solo nel 1795. Molto raro.
Note sull'opera
Antiporta allegorica incisa in rame (incisa da Agnello Cataneo), grande testatina con Ferdinando IV e bei capolettera incisi in rame, qualche carta brunita. Copia apparentemente senza frontespizio conforme alle uniche altre 2 censite in America (1 alla Library of Congress di Washington e l'altra a Berkeley, l'unica copia censita in Italia, nella Biblioteca della società napoletana di storia patria a Napoli, non riporta alcuna collazione)
Note sull'autore
De Espinosa SalvatoreGiureconsulto orginario di un piccolo paese vicino a Sulmona, studiò giurisprudenza a Napoli sotto la guida del grande Rapolla e una volta addottoratosi si diede all'esercizio del foro. Nel 1755 prposto come Giudice di Vicaria, rifiutò l'incarico per poter attendere con maggior impegno ai suoi studi. Ci ha lasciato alcune allegazioni e vari manoscritti di opere giuridiche in particolare una sulle successioni oltre che il volume del Codex Juris Universi.