Nel suo voluminoso lavoro Finetti intende ripristinare la dottrina tomista di Dio come fondamento del diritto naturale, contro le tesi di quanti ne avevano sostenuto l’origine umana e contrattualistica: Grozio, Hobbes, Spinoza, Pufendorf e altri, fino ai più recenti Rousseau e Vico. Benché rivelasse ampie e aggiornate conoscenze, il libro suscitò la reazione degli ambienti illuministici internazionali, che ne denunciarono lo spirito confessionale e i forti pregiudizi.
Note sull'opera
Assai bel ritratto di Maria Teresa d'Austria in Antiporta e 2 belle testatine incise in rame all'inzio di ogni volume, frontespizio e prime 4 cc. del tomo I° staccate, esemplare di notevole freschezza.
Note sull'autore
Finetti Giovanni FrancescoFilosofo friulano (Gradisca, 1705, Farra d'Isonzo 1782) vero nome Bonifacio (al secolo Germano Federico). Entrò nell’ordine dei domenicani. Polemizzò contro le dottrine di Pufendorf, di Hobbes, e specialmente di Vico e del vichiano E. Duni, in numerose opere, di cui pubblicò solo il De principiis iuris naturae et gentium (pubbl. sotto il nome di suo fratello Giovanni Francesco nel 1765) e la Difesa dell’autorità della S. Scrittura contro G.B. Vico