Opera non comune del giurista e letterato napoletano Romano che non affrontano solo questioni di storia del diritto e diritto penale ma anche di filologia e storia della Chiesa.
sono 10 Lettere: 1) Dimostra l'Autore, che difetti notabili sono in tutta la Giurisprudenza Romana, non ostante, che due nostri Cattedratici, rispondendo al Muratori abbiano preteso di mostrare il contrario, 2) Giustifica lo Autore, perchè ha votato di esilio in un omicidio meramente casuale, quando l'omicidio casuale non è punibile secondo le Leggi, 3) Confuta lo Autore il Baronio per quel, che scrive del vaso dell'unguento della Maddalena, 4) Dimostra l'Autore, che la Favola di Danae fu posta in campo, per colorire col manto della Religione lo sfogo della sensualità, 5) Dimostra l'Autore, che il parlare articolato sia proprio attributo dell'Uomo, non già degli Bruti, non ostante, che questi ancora parlino. Esamina altresì, se gli Brutti abbiano, o nò l'uso della Ragione, 6) Discorre l'Autore del Fenomeno della lingua articolata, e scioglie varj dubbj, che da' Moderni Filosofi si sono intorno ad esso promossi, 7) Dimostra l'Autore che il Rito Santissimo di lodare Iddio, a prima, e dopo la mensa sia più antico della Legge Evangelica; e che i Gentili lo appresero dagli Ebrei, 8) Fa vedere l'Autore, che la voce generazione non importa sempre presso gli Antichi Scrittori il corso di cento anni, 9) Si scusa l'Autore di non aver'voluto entrare in una questione Filologica, per essere inutilie, e vana, 10) Discorre lo Autore del Fenomeno del Sangue, che sgorga dal Cadavere dell'Ucciso alla presenza dell'Uccisore.
Note sull'opera
antico alone alla parte inferiore del volume, macchiette, tarletti puntinali al margine interno bianco, carte leggermente ondulate.
Note sull'autore
Romano DamianoGiurista e letterato napoletano (1708-1776) laureatosi in giurisprudenza nel 1731 per circa otto anni si dedicò alla magistratura per poi rivolgersi definitivamente alla professione forense. Ci ha lasciato moltissime allegazioni su vari argomenti.