Vittorio Amedeo II riteneva che il sovrano dovesse essere il punto di riferimento essenziale per l'organizzazione istituzionale, conducendo così una politica antinobiliare, basandosi sulla frantumazione del feudo Su proposta del ministro Andrea Platzaert, il sovrano ordinò una ricompilazione delle vecchie leggi ed una loro riforma: le Leggi e Costituzioni di Sua Maestà, redatte nel 1723 e riviste nel 1729. Attuò una politica mercantilistica abolendo i dazi interni e tassando fortemente l'esportazione di seta greggia per favorire la produzione interna; in campo amministrativo riordinò la burocrazia con la creazione di un governo centrale e l'apparato fiscale con l'attuazione di un'imposta generale su tutti i redditi e abolendo molti privilegi fiscali regionali e delle classi privilegiate. Durante il suo regno inoltre fu organizzata un'accademia militare e l'Università di Torino fu laicizzata.
Note sull'opera
esemplare nel complesso assai fresco con leggeri aloni marginali e qualche macchietta.