Edizione assai rara probabilmente coeva alla 1a° di una delle principali opere di storia del diritto italiano dell'ottocento.
La nostra storiografia giuridica vede generalmente in questi tre volumi (di quattro tomi) l’inizio del primo studio metodologicamente moderno della storia del diritto italiano, condotto secondo le più attuali tendenze del tempo, con un ampio sguardo secolare alle varie zone e istituzioni italiane, dal diritto giustinianeo fino a quello preunitario. L’impostazione di allargare dallo studio delle fonti l’analisi della condizione politica e giuridica delle diverse terre italiane è quella ancora in uso in numerosi manuali universitari. La valutazione di sintesi, ancor oggi più equilibrata, sembra quella di Bruno Paradisi (1973): «il grande significato era quello di aver tentato di abbracciare per la prima volta in un solo sguardo sintetico la storia del diritto in Italia, in corrispondenza delle aspirazioni politiche di allora», secondo una «intuizione felice, animata dall’interesse attuale ed espressa in uno stile fluente e piacevole»
Note sull'opera
occhietto e frontespizio del tomo I° staccati.
Note sull'autore
Sclopis FederigoStorico, giureconsulto e uomo politico (Torino 1798 - ivi 1878); magistrato (dal 1822), partecipò ai lavori di redazione dello statuto carlo-albertino quale presidente della Commissione superiore di censura. Deputato e ministro della Giustizia nel 1848, fu poi senatore (1849) e presidente del Senato (1864). Nel 1872 presiedette a Ginevra il consiglio arbitrale per la questione dell'Alabama. Tra le sue opere, la Storia dell'antica legislazione del Piemonte (1833) e la Storia della legislazione italiana (3 voll., 1840-57; 2a ed., 5 voll., 1863-64). Fu socio nazionale dei Lincei (1877). C.f.r. Treccani. Enciclopedia Online