Ideale conplemento e continuazione della Jurisprudentia Forensis contiene quanto omesso nella stessa più molte nuove leggi di Carlo di Borbone. La struttura dell'opera è la medesima della Jurisprudentia Forensis, ovvero: Tomo I°-IV°: De Contractibus inter Vivos; V°: De Feudis; VI°-VII°: De Ultimis Voluntatibus; VIII°: Praxis Civilis; IX°: Praxis Criminalis; X°: Praxis Ecclesiasticae; XI°: Repertorium.
"Nelle sue opere ci ha lasciato un vero e vivo ritratto della giurisprudenza pratica di quel tempo... quest'opera è un'amplissima collezione di sentenze dei dottori, di decisioni dei tribunali e degli usi ed opinioni comuni de' curiali del suo tempo intorno alle controversie più importanti e più consuete. Il Sorge è nel medesimo tempo il decisionista e il trattatista della scuola pratica di questa età, e uno dei pochi che veramente meritano di essere ricordati. Ei si discosta dalla turba dei raccoglitori di sentenze e di controversie, perchè seppe annodarle fra loro attingendo sempre alle fonti... esprimendo talora la sua opinone". c.f.r. G. Amellino. I principii del diritto e della proc. penale in Napoli nei sec. XVIII-XIX. Napoli, Marghieri, 1893, pp. 138
Note sull'opera
in fine al tomo 9 un bando di Carlo di Borbone sulle tariffe dei funerali, in fine al tomo 11 (Repertorio) 30 pp. di Additiones, leggeri aloni marginali, sparse fioriture e bruniture, firme ai frontespizi.
Note sull'autore
Sorge GiuseppeInsigne giurista campano nato a Napoli nel 1681 ed ivi morto nel 1763. Studiò prima la filosofia, poi si appassionò allo studio della giurisprudenza. Prese la laurea in utroque nel gennaio del 1712. Subito di dedicò con successo all'avvocatura e, in breve tempo, divenne un famoso giurista. Era considerato dai giuristi come Avvocato di primordine e, dai Magistrati, profondo conoscitore delle leggi e della dottrina giuridica. Scrisse importanti opere giuridiche di particolare interesse per la ricostruzione Storico-Giuridica della pratica forense dei Tribunali napoletani. Ebbe importanti incarichi e gli fu offerto il grado di Magistrato, che però egli rifiutò.