La Libreria
La Libreria Giuridica Bonfanti inizia la sua storia a Milano in uno scantinato di Via Garian 18 nel lontano 1957 quando il titolare Giuliano Bonfanti decide di intraprendere in proprio una attività che aveva iniziato a Genova in società con altri qualche anno prima.
A distanza di due anni, la sede si sposta al piano terra dello stesso edificio e nel 1967 nella attuale sede di Via Macedonio Melloni 19.
Giuliano inizia a farsi conoscere compilando delle liste dattiloscritte dei volumi presenti in libreria e portandole a mano nei vari studi legali della città.
Ha così occasione di incontrare alcuni dei protagonisti della vita forense e del mondo accademico di quegli anni come i Professori Enrico Allorio, Alberto Candian, Giacomo Delitala, Gino Gorla e Giulio Vismara iniziando con loro quel rapporto di collaborazione studioso-libraio che ha sempre connotato la libreria.
La libreria comincia ad essere conosciuta e il catalogo diviene uno strumento fondamentale per raggiungere i clienti.
Inizia così, di pari passo con il catalogo miscellaneo, la pubblicazione di cataloghi monografici tra i quali ricordiamo i numerosi di Historia Iuris e Diritto Romano, uno di Lessicografia Giuridica, uno sulle Società, uno di antichi giuristi spagnoli, uno su Napoleone legislatore, uno di fonti del diritto commerciale e uno per il cinquecentenario della nascita di Andrea Alciato.
Giuliano fin da subito intuisce la fondamentale importanza della bibliografia, che nei primi tempi consulta nelle biblioteche pubbliche della città e poi, poco per volta, comincia a procurarsi fino a dovergli dedicare una stanza della libreria.
Molti sono i volumi che la compongono, ma ad uno è particolarmente legato, si tratta del "De Claris Legum Interpretibus" di Guido Panciroli, prezioso dono di Monsignor Paredi, allora Prefetto della Biblioteca Ambrosiana e primo tassello di una raccolta che comprende le principali monografie sugli antichi giuristi dal cinquecento fino ai giorni nostri.
Questi strumenti preziosi permettono a Giuliano di creare una completa scheda bibliografica di corredo per i volumi antichi e per quelli moderni di particolare importanza.
La scheda, che molto spesso per mole di notizie e apparato iconografico, diventa un libretto a se stante, è per l'acquirente una garanzia della completezza del volume nella parte puramente descrittiva e un utile mezzo di comprensione del contenuto nella parte biografica dell’autore e della edizione.
La Libreria Bonfanti ha fornito immagini di antichi testi giuridici particolarmente significativi con relative didascalie per alcuni numeri della rivista Avvocati, ha inoltre contribuito sulla rivista di cultura "L'Esopo" alla promozione del libro giuridico nel più ampio panorama del libro antico.
Molti sono gli episodi che hanno contraddistinto la storia della Libreria. Ne ricordo tre particolarmente significativi.
Il primo, emblematico del rapporto di collaborazione studioso-libraio, risale ai primi anni di attività e riguarda il grande Prof. Giacomo Delitala che, tra le altre opere, richiese una sua monografia giovanile divenuta introvabile Il fatto nella teoria generale del reato (Cedam, Padova 1930) della quale non possedeva più neppure la sua copia personale.
La ricerca fu lunga e difficile, ma alla fine il volume venne trovato.
Il secondo episodio, sulla funzione del libraio antiquario in generale, riguarda una biblioteca situata in un castello in provincia di Potenza.
Purtroppo si arrivò tardi perché i nuovi proprietari, subentrati da poco, avevano pensato di fare un grande falò sul piazzale davanti alla villa bruciando tutta la biblioteca!
A dimostrazione che il fuoco - come ben si sa - è costantemente, quanto tristemente, legato alla storia dei libri, il più delle volte per esplicita scelta degli uomini: censura, incuria, vandalismo.
Il terzo episodio, legato alle curiosità collegate al mondo del libro antico, riguarda un volume proveniente da una biblioteca acquistata in una antica dimora, nel dorso del quale si trovò una grossa chiave antica: tra le sorprese possibili, nel compulsare libri antichi (ove non di rado si "nascondono" carte, appunti, foglietti i più disparati, dai biglietti di viaggio, alle ricette, ai necrologi), una chiave era effettivamente una scoperta insolita.
Rispedita ai proprietari, risultò che la medesima chiave corrispondeva ad un antico baule che fino a quel momento non si era riusciti ad aprire.
I ringraziamenti dei proprietari si possono immaginare.
Da metà degli anni novanta, anch’io, che di Giuliano sono il figlio, ho iniziato a collaborare, sino a diventare, attualmente, il titolare della libreria.